Quando ero piccola tenevo un diario. Un diario vero, con il lucchetto e le pagine bianche da riempire di scritte, con l'ingenuità che l'infanzia si porta dentro. Per scrivere usavo la matita, perchè il rumore della grafite sulla carta mi inebriava.
Poi sono cresciuta, e mi sono avvicinata alla fotografia. Ora racconto così la normalità di tutti i giorni, attraverso immagini non sempre tecnicamente "giuste". Ma non presento solo la mia realtà, ne presento una, dieci, mille.

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Il mio progetto

Da qualche tempo sto raccogliendo su una bacheca di Pinterest (un social network, anzi un interest network, dove si condividono immagini e video) una serie di immagini che hanno come filo conduttore la vita quotidiana dei miei followers (termine preso in prestito da Twitter): ho richiesto loro di inserire fotografie scattare nei momenti privati, dalla colazione ad una gita nel fine-settimana, dalle loro stanze di casa ad una serata tra amici. Di diverso da Facebook c'è il concetto che queste persone si riuniscono nella mia bacheca non per un desiderio voyeristico, ma per condividere un interesse in comune, ovvero quello di rendermi partecipe delle loro situazioni più "banali", ma che attraverso la fotografia e il potente mezzo di diffusione qual è Internet, acquistano una loro dignità.

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giovedì 19 giugno 2014

#18 Breakfast in San Francisco


"Breakfast in San Francisco"
"San Francisco: il critico cinematografico Allan Felix è reduce dal divorzio dalla moglie Nancy. I suoi due amici, Linda e Dick Christie, cercano di convincerlo a tentare di ricostruirsi una vita sentimentale, frequentando altre donne. Lui accetta e, durante tutto il film, oltre che cercare una nuova compagna, è "vittima" di apparizioni di Humphrey Bogart, che gli offre consigli sul comportamento da tenere con le donne, e naturalmente è visto e sentito solo da Allan". (Provaci ancora, Sam)
Woody Allen, che personaggio! Così enigmatico! Forse non tutti sanno che passò più di trent'anni in psicoanalisi perchè si sentiva "malinconico"; ogni settimana, aveva il suo appuntamento fisso. Ecco perchè questo è uno dei temi più toccati nel corso della sua filmografia (vi ricordate il film d'animazione Z la formica? Allen doppiava il protagonista Z, e nella prima sequenza si vede una classica seduta di psicoanalisi!), come le sue fobie per insetti, cani, cervi, colori brillanti, strapiombi, folla, sole... Ammirevole come riesca a sdrammatizzare al massimo le sue paranoie e come riesca a inserire tutto ciò nei suoi film, rendendoli piacevoli (anche se non sempre distensivi! Alcuni devo rivederli minimo due volte per riuscire a inquadrarne almeno la trama!). Geniale!
Sam: È uno dei migliori Pollock, non trova?
Ragazza al Museo: Sì, infatti.
Sam: A lei che cosa le dice?
Ragazza al Museo: Secondo me riafferma la negatività dell'universo, la terribile vacuità solitaria dell'esistenza, il nulla assoluto, la condizione dell'uomo costretto a vivere in una deserta eternità senza Dio come una piccola fiammella tremolante in un immenso involucro vuoto con null'altro che paura, orrore, schifo e degradazione che formano una squallida ed inutile camicia di forza sospesa in cieco ed assurdo cosmo.
Sam: Che fa sabato sera? 
Ragazza al Museo: Occupata, devo suicidarmi. 
Sam: Allora facciamo venerdì Sera?


Un ringraziamento a ©FrancescaBertirossi per la realizzazione dell'immagine. 

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