"Breakfast in San Francisco"
"San Francisco: il critico cinematografico Allan Felix è reduce dal divorzio dalla moglie Nancy. I suoi due amici, Linda e Dick Christie, cercano di convincerlo a tentare di ricostruirsi una vita sentimentale, frequentando altre donne. Lui accetta e, durante tutto il film, oltre che cercare una nuova compagna, è "vittima" di apparizioni di Humphrey Bogart, che gli offre consigli sul comportamento da tenere con le donne, e naturalmente è visto e sentito solo da Allan". (Provaci ancora, Sam)
Woody Allen, che personaggio! Così enigmatico! Forse non tutti sanno che passò più di trent'anni in psicoanalisi perchè si sentiva "malinconico"; ogni settimana, aveva il suo appuntamento fisso. Ecco perchè questo è uno dei temi più toccati nel corso della sua filmografia (vi ricordate il film d'animazione Z la formica? Allen doppiava il protagonista Z, e nella prima sequenza si vede una classica seduta di psicoanalisi!), come le sue fobie per insetti, cani, cervi, colori brillanti, strapiombi, folla, sole... Ammirevole come riesca a sdrammatizzare al massimo le sue paranoie e come riesca a inserire tutto ciò nei suoi film, rendendoli piacevoli (anche se non sempre distensivi! Alcuni devo rivederli minimo due volte per riuscire a inquadrarne almeno la trama!). Geniale!
Sam: È uno dei migliori Pollock, non trova?
Ragazza al Museo: Sì, infatti.
Sam: A lei che cosa le dice?
Ragazza al Museo: Secondo me riafferma la negatività dell'universo, la terribile vacuità solitaria dell'esistenza, il nulla assoluto, la condizione dell'uomo costretto a vivere in una deserta eternità senza Dio come una piccola fiammella tremolante in un immenso involucro vuoto con null'altro che paura, orrore, schifo e degradazione che formano una squallida ed inutile camicia di forza sospesa in cieco ed assurdo cosmo.
Sam: Che fa sabato sera?
Ragazza al Museo: Occupata, devo suicidarmi.
Sam: Allora facciamo venerdì Sera?
Un ringraziamento a ©FrancescaBertirossi per la realizzazione dell'immagine.
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