Quando ero piccola tenevo un diario. Un diario vero, con il lucchetto e le pagine bianche da riempire di scritte, con l'ingenuità che l'infanzia si porta dentro. Per scrivere usavo la matita, perchè il rumore della grafite sulla carta mi inebriava.
Poi sono cresciuta, e mi sono avvicinata alla fotografia. Ora racconto così la normalità di tutti i giorni, attraverso immagini non sempre tecnicamente "giuste". Ma non presento solo la mia realtà, ne presento una, dieci, mille.

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Il mio progetto

Da qualche tempo sto raccogliendo su una bacheca di Pinterest (un social network, anzi un interest network, dove si condividono immagini e video) una serie di immagini che hanno come filo conduttore la vita quotidiana dei miei followers (termine preso in prestito da Twitter): ho richiesto loro di inserire fotografie scattare nei momenti privati, dalla colazione ad una gita nel fine-settimana, dalle loro stanze di casa ad una serata tra amici. Di diverso da Facebook c'è il concetto che queste persone si riuniscono nella mia bacheca non per un desiderio voyeristico, ma per condividere un interesse in comune, ovvero quello di rendermi partecipe delle loro situazioni più "banali", ma che attraverso la fotografia e il potente mezzo di diffusione qual è Internet, acquistano una loro dignità.

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martedì 24 giugno 2014

#23 Sweets at California Bakery


"Sweets at California Bakery"
Ammetto che, prima di vedere questa immagine sulla mia bacheca di Pinterest, non conoscevo questo negozio di prelibatezze. E scoprire che si trova a Milano è stato molto piacevole. Sarà perchè sono fissata con una dieta fittizia che tento di seguire regolarmente, sarà perchè preferisco il salato al dolce, sarà perchè tendo a (far finta di) non interessarmi ad alcuna pietanza in cui ci sia il cioccolato negli ingredienti, ma non ho mai fatto caso, passeggiando per Milano, alle vetrine di questo negozio. Eppure le locations sembrano infinite: Corso Como, Corso Garibaldi, Largo Augusto, Piazza Sant'Eustorgio, Piazza San Simpliciano, Via Larga, Viale Premuda, Via San Vittore, Via Tortona, e il mitico California Bee, un'Ape utilizzata come postazione mobile. Ad una cosa, però, faccio veramente fatica a rinunciare: la (o il?) cheesecake. Le origini più attendibili (trovate sul sito http://tiramisustory.com) sono:
<< Il primo antenato della moderna cheesecake risale al 776 a.c. nell’isola di Delos, in Grecia, dove veniva servito agli atleti durante i primi giochi olimpici, un dolce a base di formaggio di pecora e miele, per caricarli di forze ed energie. ll primo riferimento letterario, secondo Callimaco, è da attribuirsi a Aegimius, autore di un testo sull’arte di fare torte di formaggio. Catone il censore nel De Agri Cultura cita invece la placentae, un dolce realizzato con due dischi di pasta condita con formaggio e miele e aromatizzata con foglie di alloro (probabilmente usato come conservante). I romani dunque esportarono dalla Grecia la ricetta che si propagò poi in tutta Europa. La versione più moderna della cheesecake prende spunto dagli USA. Il New York cheesecake è infatti un dolce tipico della tradizione americana, preparato con crema fresca di formaggio. Nel 1872 un lattaio americano di nome James L. Kraft, nel tentativo di creare il formaggio francese Neufchatel, inventò il formaggio fresco pastorizzato che poi chiamò Philadelphia, come il nome della città dove era stato creato, e nel 1880 iniziò la grande diffusione di questo prodotto e il suo utilizzo per la preparazione della moderna cheesecake >>
Un po' di storia non fa mai male (anche se non sono mai riuscita a studiarla senza annoiarmi almeno un po'), anche se ormai si può dire che è diventato un dolce internazionale, lo si può trovare in qualsiasi forma, in gusti più disparati, in posti più sperduti. E io dico, grazie al cielo! Altrimenti come farei a trasgredire alla dieta?! E per togliermi il rimorso mi dico: "alla fine è solo formaggio!".
Un ringraziamento a ©FrancescaBertirossi per la realizzazione dell'immagine.

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