Quando ero piccola tenevo un diario. Un diario vero, con il lucchetto e le pagine bianche da riempire di scritte, con l'ingenuità che l'infanzia si porta dentro. Per scrivere usavo la matita, perchè il rumore della grafite sulla carta mi inebriava.
Poi sono cresciuta, e mi sono avvicinata alla fotografia. Ora racconto così la normalità di tutti i giorni, attraverso immagini non sempre tecnicamente "giuste". Ma non presento solo la mia realtà, ne presento una, dieci, mille.

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Il mio progetto

Da qualche tempo sto raccogliendo su una bacheca di Pinterest (un social network, anzi un interest network, dove si condividono immagini e video) una serie di immagini che hanno come filo conduttore la vita quotidiana dei miei followers (termine preso in prestito da Twitter): ho richiesto loro di inserire fotografie scattare nei momenti privati, dalla colazione ad una gita nel fine-settimana, dalle loro stanze di casa ad una serata tra amici. Di diverso da Facebook c'è il concetto che queste persone si riuniscono nella mia bacheca non per un desiderio voyeristico, ma per condividere un interesse in comune, ovvero quello di rendermi partecipe delle loro situazioni più "banali", ma che attraverso la fotografia e il potente mezzo di diffusione qual è Internet, acquistano una loro dignità.

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mercoledì 25 giugno 2014

#24 Buy a new Havaianas


"Buy a new Havaianas!"
No, non sono le mie! Io purtroppo (o per fortuna, dipende dai casi!) porto al massimo un 36! E' un acquisto di un mio "follower", e siccome sono quasi innamorata di questo marchio che ogni anno ci regala modelli di sandali stravaganti, lasciando liberare la nostra fantasia e assecondando i nostri gusti più disparati, mi era impossibile non dedicare un post alle Havaianas. E poi diciamolo, proprio ora che si stanno svolgendo i Mondiali di Calcio in Brasile, questo argomento cade a pennello! Su un articolo del 2012 di Vanity Fair ho ritrovato un articolo che tratta delle origini di questo marchio che ormai è diventato uno "status symbol":
<< La storia dei sandali con la cinghietta a Y – cui non hanno rinunciato neppure personalità di spicco del mondo religioso e politico, dal teocratico Dalai Lama al democratico Barack Obama, il primo Presidente degli Stati Uniti ad essere fotografato, in vacanza alle Hawaii, con indosso un paio di flip–flops – ha radici lontane e inattese: a introdurli negli States furono, di ritorno dalla Seconda Guerra Mondiale, i soldati americani, e la loro diffusione capillare avvenne durante il boom postbellico, e sul finire della Guerra di Corea. Sono nate in Brasile nel 1962, le filp-flops Havaianas, per conto dell’azienda San Paulo Alpargatas, ispirate al tradizionale sandalo giapponese Zori, cui ammicca la peculiare texture a chicchi di riso del plantare. Una ciabatta il cui confort, la resistenza, e il (fu) costo contenuto, hanno garantito un invidiabile successo commerciale, elevandola a calzatura di punta dei popoli dell’America Latina >>
Ma quello che più di tutto ha aiutato questo marchio a spiccare il volo nel mondo del marcato è stato il buon lavoro di posizionamento svolto dall’agenzia AlmapBBDO, ideatrice di campagne pubblicitarie creative e irriverenti, pervase di ritmo latino e slogan efficaci (“Havaianas, tutti le indossano”). E aggiungiamo, da buoni intenditori di marketing, che le Havaianas non hanno perso l'occasione per farsi pubblicità ai Mondiali: la nuova collezione 2014 chiamata Havaianas Teams II (la prime edizione è stata proposta nel 2010 per i Mondiali di Calcio giocati in Corea) ha la suola personalizzata con i colori, il numero e il nome di ogni squadra, e la fascetta è caratterizzata da due dei colori rappresentativi del Paese e della sua bandiera. Buone passeggiate a tutti!
 Un ringraziamento a ©ReR. per la realizzazione dell'immagine. 

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