Sono stata in Spagna, anni fa, precisamente a Barcellona. Ricordo tante meraviglie, tanta gente, tanti colori, tantissimi gracias, hola, manana, dolor de cabeza... Ma non ricordo di aver assaggiato la Sangria! Ebbene si, me ne rammarico. Ma ormai posso trovarla anche qui, in Italia; quanti locali danno vita a "serate spagnole" a base di sangria, tapas e assaggi di paella, dove la gente (ahimè!) si presenta vestita con infradito e camicie a fiori in stile hawaiano (le Hawaii, tra l'altro, furono una colonia inglese, non ispanica; la bandiera hawaiana, disegnata da Kamehameha, contiene la Unioni Jack inglese in un angolo, e otto strisce orizzontali rosse, blu, e bianche per le otto isole principali dell'arcipelago). Questioni di stile a parte, una sangria ben fatta deve avere i suoi ingredienti giusti, e io che sono un'amante della frutta (di tutte le stagioni, di tutti i colori e di tutti i gusti, ad eccezione dei kiwi, quelli proprio non li sopporto), dico che una bella dose di mele, arance e pesche sarebbe l'ideale; ruolo non meno importante hanno il vino rosso (in Spagna vengono usati i vini Grenache, Garnacha o Monastrell, prodotti nella zona della Rioja; si possono anche usare un Cannonau di Sardegna, Colline Novaresi, Salice Salentino rosso o Bonarda non frizzante dell'Oltrepò Pavese) e il liquore (rum o brandy). Sottolineo anche il fatto che gli spagnoli non berrebbero mai la classica Sangria con la paella, guai! E mi raccomando, non esagerate, se dovete guidare! Il tasso alcolico della Sangria puo’ variare notevolmente a seconda delle modifiche che possono essere apportate in base ai gusti personali ed alle diverse ricette: la sostituzione degli agrumi con Cointreau o Grand Marnier, per esempio, rende la Sangria naturalmente più alcolica, mentre l’aggiunta di acqua minerale gassata o soda rende invece la bevanda piu’ dolce e meno alcolica.
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