Quando ero piccola tenevo un diario. Un diario vero, con il lucchetto e le pagine bianche da riempire di scritte, con l'ingenuità che l'infanzia si porta dentro. Per scrivere usavo la matita, perchè il rumore della grafite sulla carta mi inebriava.
Poi sono cresciuta, e mi sono avvicinata alla fotografia. Ora racconto così la normalità di tutti i giorni, attraverso immagini non sempre tecnicamente "giuste". Ma non presento solo la mia realtà, ne presento una, dieci, mille.

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Il mio progetto

Da qualche tempo sto raccogliendo su una bacheca di Pinterest (un social network, anzi un interest network, dove si condividono immagini e video) una serie di immagini che hanno come filo conduttore la vita quotidiana dei miei followers (termine preso in prestito da Twitter): ho richiesto loro di inserire fotografie scattare nei momenti privati, dalla colazione ad una gita nel fine-settimana, dalle loro stanze di casa ad una serata tra amici. Di diverso da Facebook c'è il concetto che queste persone si riuniscono nella mia bacheca non per un desiderio voyeristico, ma per condividere un interesse in comune, ovvero quello di rendermi partecipe delle loro situazioni più "banali", ma che attraverso la fotografia e il potente mezzo di diffusione qual è Internet, acquistano una loro dignità.

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giovedì 31 luglio 2014

#36 Hidden Saint-Tropez


"Hidden Saint-Tropez"

E viaggio, viaggio e viaggio ancora. Mi perdo nelle fotografie dei miei followers, e io, insieme a loro, mi accingo a scoprire le meraviglie del mondo. Condivido i loro scatti rubati, a patto di lasciarmi guidare incondizionatamente dalle mie sensazioni. Sono viaggi mentali, viaggi irreali, viaggi potenziali. Vedo e non vedo, accolto e non ascolto, cammino e non cammino.
Percorro le vie della città alla ricerca di qualcosa di speciale da immortalare, faccio chilometri e chilometri alla ricerca di un punto di sosta, mi guardo intorno per non perdermi nemmeno un frammento di realtà che mi circonda. Il giorno si fa sera, e io continuo imperterrita a perseguire la mia meta. Le gambe sono quasi indolenzite, il respiro leggermente affannato, il cuore batte ad un ritmo sostenuto. Ma la mente continua a vagare, incontrollata, per le vie del borgo; tanti pensieri la sovrastano, tante immagini la riempiono. Ma cosa ci posso fare? Queste fotografie mi fanno sognare luoghi mai visti, percorrere strade mai battute, sentire suoni mai uditi. E' la potenzialità di una fotografia.
Nel mentre, me ne sto seduta alla mia scrivania, cercando di trasmettere l'enorme significato che questo progetto sta avendo per me. Al di là dell'Accademia. Si tratta di narrare dell'umanità intera.
Un ringraziamento a ©FrancescaBertirossi per la realizzazione dell'immagine. 


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