Quando ero piccola tenevo un diario. Un diario vero, con il lucchetto e le pagine bianche da riempire di scritte, con l'ingenuità che l'infanzia si porta dentro. Per scrivere usavo la matita, perchè il rumore della grafite sulla carta mi inebriava.
Poi sono cresciuta, e mi sono avvicinata alla fotografia. Ora racconto così la normalità di tutti i giorni, attraverso immagini non sempre tecnicamente "giuste". Ma non presento solo la mia realtà, ne presento una, dieci, mille.

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Il mio progetto

Da qualche tempo sto raccogliendo su una bacheca di Pinterest (un social network, anzi un interest network, dove si condividono immagini e video) una serie di immagini che hanno come filo conduttore la vita quotidiana dei miei followers (termine preso in prestito da Twitter): ho richiesto loro di inserire fotografie scattare nei momenti privati, dalla colazione ad una gita nel fine-settimana, dalle loro stanze di casa ad una serata tra amici. Di diverso da Facebook c'è il concetto che queste persone si riuniscono nella mia bacheca non per un desiderio voyeristico, ma per condividere un interesse in comune, ovvero quello di rendermi partecipe delle loro situazioni più "banali", ma che attraverso la fotografia e il potente mezzo di diffusione qual è Internet, acquistano una loro dignità.

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giovedì 9 ottobre 2014

#40 Golden Gate in a glorious sunny day


"Golden Gate in a glorious sunny day"
E poi arriva un certo periodo in cui la tua vita sembra dividersi in strade diverse, e l'unico modo per continuare il percorso è scegliere che via prendere. Se un ostacolo ti blocca, è necessario trovare il modo di raggirarlo, non si dice sempre così? Succede, però, di ritrovarsi sulla sponda di un fiume, di un canale, di un oceano intero: sai benissimo come ci sei arrivato, ma non sai cosa c'è al di là. E sebbene è possibile riuscire a percepirne i lineamenti, non puoi mai sapere per certo cosa ti riserverà l'orizzonte. C'è un ponte. Puoi scegliere: rimanere a sospirare sulla sponda del medesimo fiume, del medesimo canale, del medesimo oceano, oppure affrontare l'attraversata. E' un rischio, perchè magari il ponte non sembra tanto sicuro, perchè hai il sospetto che, oltre quello, non ci sia ciò che stavi aspettando, perchè il solo pensiero di lasciare alle spalle un porto sicuro mette un po' di malinconia. Eppure non è possibile vivere per sempre in una "beata gioventù", in un placido limbo che ti tiene nel suo grembo, ma che non ti fa sbocciare. Perchè non provare a percorrere almeno per qualche metro questo ponte? Con discrezione, intendo. Le cose fatte troppo di fretta, infatti, raramente portano ad un risultato soddisfacente. Non serve rischiare tutto e subito, non affidiamoci ciecamente a qualcosa di cui conosciamo solo l'apparenza. Anche pochi passi al giorno possono bastare: il percorso sarà più lento, ma sicuramente più formativo. Non voglio svelarvi cosa ci sarà al di là, anche perchè, in questo momento, è da soli tre giorni che ho deciso di affrontare l'attraversata della mia vita, e per ora sono al mio quarto passettino.
Un ringraziamento a ©FrancescaBertirossi per la realizzazione dell'immagine. 


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