"Milano, una traversa di Via Torino"
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"Nut" (in inglese "noce") + "ella"
È entrata nelle nostre case nel 1964, l’anno della bontà, e non se n’è più andata. È rimasta nella dispensa a ricordarci che siamo stati bambini e che un po’ vogliamo tornare a esserlo, sempre.Quarant’anni fa la incontravamo all’ora della merenda, quando la «Tv dei ragazzi» trasmetteva i telefilm di Lassie, il cane più coraggioso e leale della storia del cinema.Accadeva nell’Italia ingenua e ottimista appena uscita dal miracolo economico, che voleva spendere, consumare, godere quanto aveva guadagnato con anni di duro lavoro. Di lì a poco, anche i ragazzi francesi avrebbero smesso di mangiare il tradizionale pane e burro, e nelle case tedesche a colazione sarebbe comparso un nuovo companatico al posto della marmellata [...]
Incipit del libro "Nutella-un mito italiano", Gigi Padovani
Ne ho un vasetto nella credenza. Mezzo pieno mezzo vuoto. Forse più vuoto che pieno. La sua presenza è sempre stata una costante nella nostra famiglia, come credo in altre milioni di famiglie. Non ne vado pazza (ancora questa storia della dieta?!), ma è una fonte di sostentamento nei momenti di dubbi e incertezze. Gli ostacoli, si sa, vanno affrontati con il salto giusto, e la Nutella è sicuramente una dispensa di energie positive. I bambini la venerano più di qualsiasi cartone animato, gli adulti la mangiano di nascosto, gli anziani se la godono durante le loro colazioni delle 5.00 di mattina. Il cucchiaino che ha la fortuna di immergersi completamente all'interno del barattolo, poi, deve ritenersi come l'oggetto più importante in assoluto, sa di poter esercitare un certo potere sulla quantità di prodotto da erogare; e ci si immerge spensierato, lui, in quella dolce cremosità, senza alcun rimorso. L'unica cosa che lo preoccupa è che, in seguito, verrà pulito, asciugato e rimesso nel cassetto.
Un ringraziamento a ©Checa per la realizzazione dell'immagine.
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